Privacy Policy

ALLA LUCE DELLA PAROLA – COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA 15/10/23

 

 

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

“Gli invitati non erano degni” (MT 22, 8)

 

Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Parola del Signore

Immaginiamoci una grande festa di nozze che un padre ha preparato per il figlio. Una tavola imbandita con i migliori cibi e le migliori bevande.  Un momento di gioia immensa per quel padre. Gioia che si spenge in un attimo, quando tutto sta per cominciare, perché coloro che sono stati invitati non si presentano. Ognuno ha la sua scusa per giustificarsi. Così, “andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari” (MT 22,5) rifiutando l’invito alla festa. Il padre fece altri tentativi mandando altri servi a sollecitare gli invitati, ma i lori interessi personali erano più importanti della festa. Erano brave persone, ma per il padre non erano più degni di partecipare alle nozze.
La festa di nozze, momento di gioia, di vita, di comunione è figura della promessa messianica che Gesù è venuto a realizzare con noi. È la vita del regno dei cieli alla quale siamo invitati e che il Padre non vuole che vada deserta. Egli, di fronte al rifiuto netto degli invitati, apre a tutti la possibilità di partecipare. Nessuno escluso. La festa diventa occasione per buoni e cattivi, per gli ultimi, per i giusti, per gli emarginati, per chiunque vuole entrare nella dinamica di vita predicata da Gesù e testimoniata con il Suo stesso esempio. Ma, è importante sottolineare che è solo per chi vuole. Infatti, non è sufficiente essere invitati, ma è necessario rispondere all’invito, accoglierlo nella propria vita. È necessario mettersi in gioco con tutti noi stessi per fare nostre le scelte di Gesù, i Suoi sentimenti, il Suo modo di vedere la vita e le relazioni. È necessario impostare la propria vita secondo le dinamiche evangeliche per poter gustare fin da ora la gioia della festa, della comunione, della vita ed essere degni della promessa di Dio.