ALLA LUCE DELLA PAROLA – COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA 04/06/23
SANTISSIMA TRINITA’
” Dio…. non ha mandato il Figlio nel modo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui”. (Gv 3, 17)
Gv 3,16-18
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Questa domenica la Chiesa celebra la solennità della SS. Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Una relazione d’amore che rende le tre persone un’unica persona. Una relazione nella quale anche noi, per volere del Padre, siamo pienamente inseriti.
Giovanni, in questi pochi versetti, parla proprio della volontà del Padre di amare il mondo. Un amore tale da indurlo ad offrire in dono il suo unico figlio. Ma, è un dono che da solo non basta. Ci vuole la nostra adesione “perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Ci vuole la stessa fede grazie alla quale Abramo accettò di sacrificare suo figlio. La fede che fa della propria vita un dono d’amore sulle orme del Signore. La fede che ci fa passare dalla morte alla vita, dall’essere perduti all’essere salvati.
Il Figlio di Dio si è incarnato ed è venuto in mezzo a noi, è morto ed è risorto per amore dell’uomo, ma senza la nostra adesione a Lui tutto resta vano. È la nostra adesione alla Sua Parola che ci fa entrare nella sua stessa comunione d’amore con il Padre.