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ALLA LUCE DELLA PAROLA – COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA 28/05/23

PENTECOSTE

“Ricevete lo Spirito Santo”. (Gv 20, 22)

Gv 20,19-23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

La Pentecoste è la solennità con la quale si chiude il Tempo di Pasqua e si riprende il Tempo Ordinario. Ma, la Pentecoste ricorda anche il dono dello Spirito Santo ricevuto dagli apostoli nel cenacolo. Lo stesso Spirito che abbiamo ricevuto con il Battesimo e confermato con la Cresima. Allora, il Tempo Ordinario non riprende come se niente fosse, ma riparte da quel dono. Dal dono dello Spirito.

Gli apostoli erano chiusi dentro per paura di essere uccisi dai Giudei, così come Gesù era stato ucciso. Avevano bisogno di capire cosa era successo, cosa significa ciò che avevano visto al sepolcro, di credere. Ma, la paura li lasciava bloccati in casa. Gesù si fece vicino a loro, stette con loro mostrandosi nella nuova identità di risorto. Si fece riconoscere attraverso i segni dei chiodi, i segni del suo amore. È riconoscendosi amati che i discepoli hanno riconosciuto il Signore ed hanno potuto accogliere lo Spirito e quindi la missione.

Gesù prima ci ha donato la sua vita con la croce, e poi attraverso lo Spirito è venuto a dimorare in noi. Accogliere lo Spirito è accogliere la sua stessa vita in noi. “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi” (Gv 17, 21), è la preghiera di Gesù al Padre poco prima della condanna a morte ed è quell’unità che deriva dall’accoglienza del dono dello Spirito. Essere tutt’uno con il Padre e con il Figlio vuol dire vivere di questa unità, vivere la stessa vita del Figlio inviato dal Padre.

Gesù, soffiando lo Spirito, soffiando la sua stessa vita negli apostoli non si ferma lì. Prosegue parlando di perdono e il perdono è stato il suo ministero principale. Gesù reso capace di perdono dal Padre, rende capace di perdono anche i suoi. Gesù con il dono dello Spirito ci rende capaci di perdono. Il perdono è allora il punto da cui ripartire se scegliamo di accogliere il dono dello Spirito.