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ALLA LUCE DELLA PAROLA – COMMENTO AL VANGELO DEL 04/02/2024

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

“Si ritirò in un luogo deserto e là pregava” (Mc 1,35) 

Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
 
Parola del Signore
 
Continuiamo a camminare dietro al Signore attraverso il racconto di Marco.
Gesù, uscito dalla Sinagoga, si reca con i discepoli a casa di Pietro dove sua suocera è ammalata. Qui si compie il primo miracolo che l’evangelista ci racconta. Gesù, toccandola, la guarisce e lei, alzandosi, inizia a servire.
Ogni volta che Gesù compie un miracolo è per ridonare la vita a chi, per malattie o infermità, l’ha persa. La malattia, nella Scrittura, rappresenta un limite, un impedimento, la morte, anche se non fisica. E il Signore, guarendola, restituisce la libertà, la vita. La guarigione suscita in chi la riceve il desiderio di restituire il bene ricevuto, una risposta d’amore. Perciò, la suocera di Pietro si mette a servire il Signore.
In quella giornata molti altri beneficeranno della cura e della guarigione operata da Gesù. Egli, però, non usa né medicine, né formule magiche o quant’altro. L’evangelista narra che Gesù compie solo un gesto verso l’ammalata. Le prende la mano. Le offre un segno d’affetto, di considerazione. Stabilisce una relazione con lei ed è questa che la guarisce. Tutti coloro che vengono guariti dal Signore è grazie alla relazione che Egli stabilisce con loro ora con i gesti, ora con le parole.
Ma, continuando la lettura del racconto di Marco vediamo che Gesù non si limita solo a guarire, curare le persone. Egli, a un certo punto, quando ormai è ancora buio, si allontana da casa, si ritira in luogo deserto e si ritira in preghiera. Si mette di fronte al Padre, in dialogo con Lui. In altri momenti Egli si allontana dagli altri e si ritira in preghiera. Lo fa prima della scelta dei Dodici, per lodare e ringraziare il Padre, prima della passione, dopo aver guarito molti malati e in altre situazioni importanti. È attraverso la preghiera che Gesù si pone in atteggiamento di ascolto e di accoglienza della volontà del Padre. È dalla comunione con Lui che dipende ogni suo agire e ogni suo parlare. Il Signore non fa niente da se stesso e per se stesso ma, tutto ciò compie proviene dal Padre. Egli compie la volontà del Padre, si fa Suo strumento per riversare sull’uomo il Suo amore. E la preghiera è il mezzo con il quale, come gli ammalati del Vangelo, possiamo toccare e lasciarci toccare dal Signore per essere guariti.