ALLA LUCE DELLA PAROLA – COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA 12/03/23
III DOMENICA DI QUARESIMA
“Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. (Gv 4, 14)
Gv 4,5-42
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Parola del Signore.
Dopo l’episodio della trasfigurazione, Il Signore invita i discepoli, desiderosi di restare sul monte, a scendere, a tornare alla loro vita ordinaria. È lì che si incontra Gesù ed è lì che la fede si conferma e si concretizza nella vita. Il dialogo tra Gesù e la Samaritana rende bene l’idea dell’ incontro che cambia la vita e si fa testimonianza per gli altri.
Tutto si svolge intorno al pozzo detto di Giacobbe perché situato nella terra che egli aveva comprato ai suoi figli. È la terra di Samaria dove la popolazione, corrotta dal paganesimo, ha rotto la fedeltà con Dio e che, di conseguenza, non è in buoni rapporti con i Giudei. “I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani” (Gv 4, 9). Ma, Gesù, giudeo, rompe ogni schema e chiede da bere ad una donna samaritana. Anche lei, come Gesù, era al pozzo per dissetarsi. Le sete di entrambi fa nascere l’incontro dal quale ha origine il dialogo che Giovanni ci offre. Un dialogo che va sempre più in profondità trasformandosi in un vero e proprio cammino di conversione per la samaritana.
Gesù, mosso dallo stupore della donna per la richiesta ricevuta, inizia piano piano a rivelarsi utilizzando l’immagine dell’acqua. Egli sposta L’attenzione dall’acqua del pozzo ad un’altra acqua: l’acqua viva. È questa che attrae la samaritana, che tocca il suo bisogno più profondo. La sua sete evidentemente non si estingue con l’acqua del pozzo, che lei ogni giorno va ad attingere. Lei non ha marito, nonostante ne abbia avuti cinque, e questo determina la sua sete, che l’incontro con Gesù placherà per sempre. Infatti, il lungo dialogo con il Signore la condurrà sia alla verità più profonda di sé, che alla scoperta che proprio da quella verità, se vogliamo non bella, scaturirà l’acqua della vita eterna.
È lì, infatti, che abita Dio. Che aspetta di incontrarci ed è questa, solo questa che Gesù chiede alla donna in cambio dell’ acqua,della vita: “«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui»” (Gv 4, 15-16). Portare a Gesù il marito vuol dire portargli la verità di sé, offrirgliela ed essa diventerà acqua e cibo, come dirà più avanti ai discepoli.
È questo il dono di Dio che ci aspetta ed il momento è ora, è il presente. “Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura” (Gv 4, 35). La samaritana non si tira indietro e fa ciò che Gesù gli chiede, gli confessa la sua situazione, mette a nudo la sua sete e Lui non manca alla sua promessa. La donna, non solo non avrà più sete ma diventerà lei stessa sorgente di quell’acqua. Non ha più bisogno del secchio e lo lascia. Ma non solo non andrà più al pozzo, andrà anche a raccontare a tutti la sua esperienza perché anche gli altri possano incontrare il Signore, aprirsi a Lui e ricevere l’acqua della vita.